Il padre di Giulia Cecchettin e l’appello alla musica italiana: “Fate attenzione ai testi”

I testi di molti cantanti italiani sono stati spesso criticati per i loro contenuti e ora sul tema interviene anche il padre di Giulia Cecchettin.

Gino Cecchettin, padre di Giulia Cecchettin, la giovane vittima di femminicidio, ha lanciato un accorato appello al mondo della musica, rivolgendosi con una lettera aperta ad artisti e case discografiche. Come noto, l’uomo ha creato una fondazione nata per mantenere viva la memoria della figlia e promuovere una cultura del rispetto.

Gino Cecchettin ricorda la figlia Giulia in tv
Il padre di Giulia Cecchettin e l’appello alla musica italiana (IppodromoPadova.it)

Proprio come presidente di questa fondazione, ha voluto così invitare chi crea e produce musica a riflettere sul potere delle parole. Le canzoni, infatti, possono avere un impatto profondo sulla società, in particolare sui giovani: possono educare, unire, sensibilizzare, ma anche, se non curate, contribuire a diffondere stereotipi, comportamenti tossici e una cultura della sopraffazione.

Sotto accusa un linguaggio stereotipato e tossico nella musica italiana

Il tema è annoso e ogni generazione artistica ha fatto la sua parte, in un senso o nell’altro: di testi “proibiti” è piena la musica italiana e internazionale da sempre, ma oggi un linguaggio stereotipato e tossico sembra essere all’ordine del giorno per un’intera generazione di cantanti e un genere musicale, messo spesso sotto accusa, come la trap.

un'intervista a Gino Cecchettin
Sotto accusa un linguaggio stereotipato e tossico nella musica italiana (IppodromoPadova.it)

Che siano oppure non lo siano fondate, queste accuse vengono mosse da più parti e adesso, nel contesto dell’Aperyshow Charity Event 2025, un festival musicale benefico tenutosi ad Arsego, in provincia di Padova, la Fondazione dedicata alla memoria di Giulia Cecchettin ha colto l’occasione per condividere il proprio messaggio, proprio attraverso papà Gino.

Il richiamo ai valori di Gino Cecchettin: tutto dipende dalle parole che scegli

Gino Cecchettin non sembra avere alcun dubbio ed è pronto a sostenere la sua tesi: “Le parole che scegli possono fare la differenza”. Non si tratta di una frase fatta, ma quello che afferma il papà di Giulia Cecchettin, oltre a essere un richiamo al buon senso, vuole anche portare a un’assunzione di responsabilità. Chi fa musica, insomma, ha un ruolo pubblico e deve comunicare in modo sano.

Da qui l’appello ai cantanti di oggi, tra impegno sociale e memoria personale, purtroppo spezzata da quanto accaduto alla figlia: “I messaggi che trasmetti arrivano a migliaia di giovani e lasciano tracce”, sostiene Gino Cecchettin in questa lettera aperta che sta facendo molto discutere in queste ore. Si chiede insomma di fermarsi con contenuti di un certo tipo.

Le linee guida per una musica che insegni inclusività e rispetto

Ovvero quei contenuti che possano in qualsiasi modo sostenere una narrazione che giustifichi o normalizzi la violenza e il sessismo. Per rafforzare questo appello, la Fondazione Giulia Cecchettin ha redatto due vademecum distinti: uno pensato per i cantanti, l’altro per i produttori discografici. All’interno, ci sono le linee guida per promuovere un linguaggio inclusivo e il rispetto della parità di genere.

Un intervento di Gino Cecchettin nelle sale del Parlamento
Il richiamo ai valori di Gino Cecchettin (IppodromoPadova.it)

La voce di Gino Cecchettin è in questi mesi diventata quella di un padre coraggio, ma anche di un cittadino che crede nel potere della prevenzione e dell’educazione. La musica, conclude, può e deve essere parte del cambiamento. Può raccontare storie diverse, diffondere rispetto, coltivare empatia. E lo può fare, in primo luogo, attraverso le parole.

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