ChatGPT, vietato dire queste parole: il motivo è surreale

ChatGpt ha rivoluzionato il mondo dell’informazione, bisogna fare attenzione, però, perché ci sono due parole che non vanno dette

L’AI ha davvero cambiato il mondo in cui percepiamo le informazioni. Possiamo fare qualsiasi tipo di domanda e avremo le risposte in men che non si dica. Questa chat è davvero intuitiva, e ad essa possiamo inviare anche immagini oppure ragionare insieme riguardo un determinato argomento. Ovviamente sono numerosi i benefici che apporta, ma è anche vero che andrà a togliere il lavoro a molte persone, in quanto può sostituire molti ruoli.

parlare con chat gpt
Parole da non dire a ChatGpt: ecco cosa succede-ippodromopadova.it

Può seguire, infatti, compiti in modo più rapido e preciso rispetto agli esseri umani. Ma non solo, è molto utile anche dal punto di vista sanitario perché può diagnosticare addirittura le malattie o individuare patologie che spesse volte sfuggono agli umani. Inoltre, aggiornandosi ogni giorno, riesce a studiare la personalità di una persona, dando risposte personalizzate. Insomma, potremmo definirla una mamma dal cielo ma anche un danno ai lavoratori, allo stesso tempo.

Dall’esperienza fatto, possiamo dire che possiamo chiedere qualsiasi cosa a chatGpt ma ci sono delle parole che non dovremmo mai utilizzare. Ma quali sono queste parole?

Essere gentili con ChatGPT: semplice cortesia o qualcosa di più?

Dire “per favore” e “grazie” a un’intelligenza artificiale come ChatGPT può sembrare una banalità, quasi un gesto d’educazione automatica. Eppure, dietro questa piccola abitudine si aprono domande molto più grandi: ha senso essere gentili con una macchina? Influisce davvero sul modo in cui ci risponde? E c’è un costo, anche se non ce ne accorgiamo?

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Ci sono due parole da non dover mai usare con Chatgpt: evelati i motivi-ippodromopadova.it

Sempre più persone, senza pensarci troppo, si rivolgono all’IA con modi garbati. In fondo, quando una tecnologia parla con noi in modo così naturale, è istintivo rispondere allo stesso modo. Una recente indagine ha mostrato che più del 70% degli utenti nel Regno Unito e il 67% negli Stati Uniti usano formule di cortesia quando interagiscono con i chatbot. È un riflesso umano: se si rivolgono a noi in modo gentile, facciamo lo stesso.

Ma dietro il semplice “per favore” si nasconde una realtà meno ovvia. Ogni parola che aggiungiamo in una richiesta, anche quelle gentili, comporta un consumo maggiore di energia. A dirlo è stato anche Sam Altman, il CEO di OpenAI: quelle due paroline cortesi, moltiplicate per milioni di utenti, hanno generato decine di milioni di dollari di costi. Non si tratta solo di server da mantenere, ma anche di impatto ambientale, perché ogni interazione consuma elettricità, risorse e infrastrutture. Quindi: no, essere gentili non cambia la qualità delle risposte. Ma rende l’IA più costosa e meno sostenibile.

Eppure c’è un altro aspetto, più sottile, ma forse più importante. Il modo in cui parliamo all’IA dice molto su come trattiamo le persone. Alcuni esperti, come Jaime Banks, avvertono che parlare bruscamente a una macchina può diventare un’abitudine che, col tempo, si riflette anche nelle nostre relazioni reali. Non è solo una questione di educazione digitale: è questione di abitudini, di empatia, di come modelliamo il nostro comportamento, giorno dopo giorno. In fondo, se essere gentili con una macchina ci aiuta a restare gentili anche con gli altri… forse, ogni tanto, quel “grazie” ha più valore di quanto sembri.

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